Il documentario Lapa-Lapa sbarca su Corriere Tv e Africa Express

By 21 Giugno 2017News

E’ finalmente on line il documentario Lapa-Lapa, il primo progetto video della cooperativa “Progetto Accoglienza e Integrazione – Un sole per tutti”. Il video è da oggi disponibile sul canale web del Corriere della Sera, Corriere Tv, e sulla pagina ufficiale You Tube della cooperativa. Il documentario è stato pubblicato anche su Africa Express, recensito da Massimo A. Alberizzi voce storica del giornalismo dell’Africa.

Lapa-Lapa, ovvero “La barca”. Questo il titolo che la cooperativa ha deciso di dare al documentario i cui protagonisti sono dodici persone, dodici ospiti della cooperativa che hanno deciso di raccontare la reale natura dell’esodo che li ha portati fino in Italia. Ventotto minuti di interviste a richiedenti protezione internazionale, che coprono a 360 gradi il fenomeno dell’immigrazione clandestina, con un obiettivo ben preciso: disincentivare le future possibili partenze. Non è una questione politica, di destra o di sinistra. Questa è una questione di umanità. L’oggetto del documentario non è quello di perorare una posizione politica precisa, né tanto meno suggerire facili soluzioni ad un problema complesso, l’unico scopo che ha mosso questa indagine è quello di mettere in luce e far conoscere il dramma umano che accompagna dal primo passo all’ultimo, i protagonisti di questi viaggi. Per questa ragione, il lavoro è rivolto principalmente ai connazionali di quelli che hanno deciso di percorrere queste tratte migratorie. E’ questo quindi un documentario che, nelle intenzioni della cooperativa e dei registi, dovrà essere proiettato e trasmesso nei Paesi di origine di questi ragazzi e visto dai loro coetanei, dai loro amici che, ingannati da false promesse e dalla realtà virtuale e fittizia dei social media, si apprestano a intraprendere il viaggio che, durante una di queste interviste, viene paragonato a “una missione suicida”.

Nelle immagini televisive si vede soltanto la parte finale del viaggio, ossia l’arrivo sulle coste italiane di centinaia di uomini, donne e bambini, ammassati su barconi (Japa-Iapa) e messi in salvo dalla guardia costiera e dalle varie ONG operanti. Ma cosa c’è prima di quelle barche, prima del Mar Mediterraneo? Le risposte incalzanti, offerte dai dodici intervistati offrono uno scorcio limpido e disarmante su quello che realmente accade. Vi è un viaggio migratorio di mesi e mesi (per alcuni anni) attraverso il deserto del Sahara. Un viaggio che vede queste persone passare di mano in mano ai vari trafficanti di esseri umani, che le vede affrontare migliaia di chilometri di piste desertiche per giorni e giorni, su furgoncini o auto caricati con dieci volte tanto la loro capienza, senza né acqua né cibo, soffocati dall’arsura e dalla sabbia del deserto. E quando finalmente si pensa di essere in salvo, ecco le prigioni della Libia, dove le violenze, le torture e gli stupri sono divenuti la quotidianità. Poi? Finalmente l’Italia. Ma è un Italia dal sapore amaro, non è il bel Paese che ci si aspettava. Non vi è nulla di quello che si vedeva sui social media e che alcuni amici dicevano. Niente lavoro, nessun documento, nessuna automobile a disposizione con autista, niente di niente. Non è il bel villaggio alI inclusive così tanto sponsorizzato dai tour smugglers&operators di Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, etc … L’idea che muove l’intero lavoro è perciò quella di decostruire la forte retorica assunta dal viaggio migratorio attraverso la testimonianza viva di chi quel viaggio l’ha portato a termine. Rivolgendosi ai loro connazionali, ai loro amici, ai loro parenti, le dodici voci che si alzano, rispondo all’unisono: “Rifaresti il viaggio? -No”. Le tristi parole dei ragazzi che si alternano continuamente al rumore delle onde del mare: questo suono incessante è l’unica colonna sonora che accompagna lo scorrere delle immagini.

Questo lavoro nasce da un’idea dell’ufficio progettazione (composto da Damiano Rossi e Fausto Conter) della cooperativa “Progetto Accoglienza e Integrazione – Un sole per tutti” con la partecipazione di 12 persone ospitate all’interno delle proprie strutture. La cooperativa opera nella provincia di Brescia e si occupa di circa 340 richiedenti, provenienti soprattutto da Paesi dell’Africa dell’ovest quali Gambia, Senegal, Guinea Conakry, Nigeria, Mali e Costa d’Avorio. I soci, che guardano a questo fenomeno durante tutte le sue fasi, hanno pensato che una corretta informazione svolta direttamente in questi Stati, possa di sicuro non fermare, ma almeno ridurre in numero questo fenomeno.